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Scambio Giovanile: “Youth For The Future” in Armenia

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Questo post è disponibile anche in: Inglese

 Ciao ragazzi!

Chi scrive questo articolo è un gruppo di giovani che ha deciso di partire per 10 giorni verso un paese nuovo e sconosciuto ai nostri occhi: l’Armenia.

Siamo partiti il 20 Aprile grazie ad uno scambio giovanile Erasmus+ con il titolo Youth for the future con a tema la salvaguardia dell’ambiente, il riciclo e il rispetto della natura.

Avvolti dal buio e dai fiocchi di neve silenziosi, siamo giunti, nella tarda notte, ad Aghveran, piccolo villaggio a 2000m di altitudine incastonato tra le montagne rocciose e profonde vallate nella regione di Kotayk, poco più a nord della capitale Yerevan.

All’arrivo siamo stati accolti da Sirarpi e Ruzanna, due sorelle, parte del team organizzativo, capaci fin da subito di trasmetterci un clima caloroso e sereno, facendoci sentir parte di una grande famiglia. L’hotel in cui abbiamo alloggiato durante questa splendida avventura era ben attrezzato: avevamo addirittura a nostra disposizione una piscina, una palestra, una sala biliardo e un ristorante a buffet con pietanze tipiche armene veramente invitanti. Ogni giorno, durante i pasti, prendevamo posto attorno a tavole rotonde: qui consumavamo il cibo in allegria con i nostri nuovi amici estoni, lituani, tedeschi e armeni, che come noi avevano preso parte al progetto. In queste occasioni emerge l’importanza della lingua inglese, una chiave che apre le porte della comunicazione, che permette di superare i confini e le incomprensioni.

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Ogni giornata cominciava con degli energizer, giochi che aiutano a socializzare e a risvegliare il corpo e la mente, dopodiché prendevamo parte a svariate attività, sia all’aperto che al chiuso, molto coinvolgenti e stimolanti: lavori di gruppo, video, presentazioni sempre riguardanti il tema ambientale, con particolare attenzione all’acqua potabile, diritto e bene prezioso purtroppo non ancora accessibile a tutti. Giochi, attività multimediali e, ovviamente, un’atmosfera gioiosa e scherzosa, rendevano il tutto molto rilassante; tutte queste attività ci hanno aiutato a comprendere i piccoli e grandi problemi dell’inquinamento, come l’uomo continui a danneggiare l’ambiente, e l’importanza di pensare possibili soluzioni.

Tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare molto: abbiamo imparato a riciclare la carta, ci siamo resi utili andando a ripulire con le nostre mani gli argini di un torrente colmi d’immondizia e ci siamo anche ingegnati nel creare oggetti e forme d’arte riciclando rifiuti, perché anche nelle cose apparentemente più brutte si nasconde tanta bellezza.

Una delle esperienze più significative è stata la passeggiata nei monti: arrivati in cima respiravamo aria fresca e pulita, travolti da una sensazione di pace potevamo ascoltare il silenzio. Spensieratezza negli occhi di tutti i ragazzi, volti a guardare il cielo azzurro, osservando qualche nuvola rincorrersi che, come noi, scorrazzano per il mondo fottendosene dei confini. E ce ne stavamo lì, semplicemente distesi su tappeti di fiori che sprigionavano migliaia di profumi e colori, e non mancava più nulla.

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Parlando di fiori, un’esperienza profonda e toccante è stata recarci il 27 Aprile a Yerevan, al memoriale del genocidio armeno: il 24 Aprile è la giornata della memoria di questa tragedia e migliaia di armeni giungono al monumento, riempiendolo di fiori in segno di lutto e memoria. Qui abbiamo raccolto i petali delle rose che in seguito, ogni anno, vengono riutilizzati da varie associazioni per creare carta riciclata e candele profumate. Siamo rimasti colpiti da come il popolo armeno, nonostante tutto, sia ancora unito e non si arrenda; durante il nostro soggiorno abbiamo assistito ad un’importante manifestazione contro il primo ministro armeno, che negli anni ha promosso una politica ingiusta ed ipocrita: una “rivoluzione di velluto” in cui uomini, donne e bambini hanno protestato pacificamente, radunandosi per le vie e le piazze delle città. Così uniti sono riusciti a far nascere un nuovo governo, che avrà il compito e la responsabilità di rispettare realmente gli ideali dei cittadini. L’Armenia si è dimostrata un brillante modello di società all’avanguardia, e molti paesi europei dovrebbero prenderla d’esempio.

pizap.com15271775843461Di questo e molto altro si discuteva nei coffee break mattutini e pomeridiani; la sera, invece, ogni nazione presentava il proprio paese attraverso video, quiz, balli e canti tradizionali. Una serata è stata inoltre dedicata alla festa interculturale in cui ogni gruppo ha preparato piatti tipici del proprio territorio, offrendo la possibilità di assaggiare sapori di terre lontane. Infine, siccome la stanchezza non rientra nel nostro DNA, e la voglia di stare insieme superava le poche ore di sonno, c’è stato spazio anche per feste in piscina, party nelle camere e strimpellate di chitarra attorno ad un falò, dove ognuno finiva inevitabilmente per cantare contemporaneamente canzoni differenti.

Questi bei momenti ci hanno fatto comprendere l’importanza dei valori come tolleranza e rispetto verso le culture differenti dalle nostre. I progetti Erasmus+ aiutano a capire realmente che le diversità non ci dividono ma ci valorizzano. E anche se proveniamo da paesi differenti, per lingua e tradizioni, viviamo tutti sullo stesso pianeta: l’ambiente ci unisce e dalla natura possiamo imparare molto più di quanto pensiamo.

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