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Lo scambio giovanile “Plan, Prepare, Do it!” nella penisola greca a Larissa

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Una città mediterranea baciata da un sole cocente. Una sala allestita in un hotel vicino al centro. Un pugno di italiani con poca esperienza internazionale e tanta insicurezza. E più di trenta ragazzi provenienti da cinque zone diverse d’Europa bloccati dalla lingua, dall’ansia del primo incontro e dall’inusuale ambiente educativo. È stato affrontando questo spaesamento iniziale che noi, Camilla, Antonina, Alessandro, Mishel, Nicolò e la nostra team leader Silvia, siamo stati travolti dalla più coinvolgente delle esperienze a Larissa, nella penisola greca. Noi portatori di pesto, Nutella e Parmigiano Reggiano (il nostro orgoglio, portati in occasione della serata culturale), alle prese con quello che per molti è stato il primo Erasmus +.

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Parola chiave: non-formale. Cinque ragazzi più un team leader per ogni paese partecipante: Grecia, Bulgaria, Romania, Spagna e ovviamente Italia. Fin dal primo giorno è stato evidente che si trattava di un gruppo speciale, pieno di gente vogliosa e collaborativa; un clima ideale considerate tutte le attività collaborative organizzate dalle coordinatrici, Myrto, Maria and Djanna, che comprendevano sempre tanta creatività e un certo spirito di squadra. Cartelloni, presentazioni video, powerpoint, discorsi al pubblico, ogni forma di rappresentazione veniva accettata e incoraggiata ruotando attorno al tema principale dell’Erasmus: la disoccupazione in Europa, in particolare quella giovanile. Evitando qualsiasi situazione scolastica tradizionale, schivando così la condizione dei poveri studenti costretti alla passiva assimilazione di conoscenza, le ore sono passate a velocità disarmante pur arricchendosi di un vasto ventaglio di argomenti: il curriculum vitae, la lettera motivazionale, le condizioni di disoccupazione nei vari paesi, le soft skills, l’ascolto attivo, l’intervista di lavoro e il business plan.

Tra le attività che ci hanno maggiormente coinvolto è senza dubbio necessario citare quella gestita da Costance, l’esperto che è venuto a parlarci del curriculum vitae e della lettera motivazionale; informazioni riguardanti la grafica del curriculum, la lunghezza, come renderlo visibilmente gradevole e avere maggiori possibilità di essere notato. Sono informazioni che non arrivano a scuola, eppure sono estremamente utili a molti di noi, che si affacciano o si affacceranno presto al mondo del lavoro. La spiegazione sulla lettera inoltre ha chiarito la differenza sostanziale tra i due documenti e ha esposto in modo chiaro come mai è importante saper esporre correttamente le proprie motivazioni. Di grande ispirazione è stata inoltre la presentazione di Jon sulle start ups e sui grandi entrepreneur dai nomi indimenticabili: persone come Steve Jobs, Walt Disney, Coco Chanel, partiti dal nulla per poi finire per scalare la vetta nel mondo. Con Jon abbiamo scoperto il segreto per avviare la nostra start up: lavorare, che per quanto scontato rappresenta per noi uno stimolo a fare del nostro meglio. Pensare a come ci siano persone che alla nostra età sono stata in grado di cambiare il modo di vedere della gente è in sé un po’ demoralizzante, ma allo stesso tempo ha dato a tutti voglia di mettersi in gioco.

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A rendere davvero straordinaria questa esperienza, però, sono state le conoscenze che abbiamo fatto. Non avremmo realizzato cartelloni, presentazioni, scritti e persino video tutorial se non con l’ausilio di una squadra variegata ma unita. Abbiamo avuto modo di girovagare per le strade di Larissa insieme ai nostri compagni, la sera siamo spesso usciti per un drink o solo per festeggiare la fine di una bella giornata. Durante la giornata libera siamo anche riusciti a visitare due località, Meteora con i suoi templi in altitudine e Sovlos la città affacciata sul mare, prendendo il più possibile del panorama, della storia e del sole (una benedizione, dato che tornando a casa ci aspettavano giornate di pioggia). Abbiamo stretto amicizie che hanno reso il momento di separazione più duro di quanto avremmo mai potuto immaginare. Molti di noi hanno versato lacrime alla partenza, per ragazzi che abbiamo avuto modo di conoscere solo per dieci giorni. Ma al di là dell’amarezza ora abbiamo tante conoscenze sparse per l’Europa che sentono la nostra mancanza e che, in futuro, durante un nuovo viaggio in giro per il nostro continente potremmo incrociare nuovamente.

Come ho detto all’inizio, per alcuni di noi è stato il primo Erasmus +. Ma siamo tutti certi che non è stato l’ultimo, siamo già pronti a ripartire.

Scritto da Camilla, Antonina, Alessandro, Mishel, Nicolò e Silvia

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